Un nuovo governo: Meloni Premier e Rizzo Ministro (del Lavoro). Con l'Italia fuori dall'U.E.

Un nuovo governo: Meloni Premier e Rizzo Ministro (del Lavoro). Con l’Italia fuori dall’U.E.

Fantapolitica?
Forse.

Ma cerchiamo da partire da analisi serie e profonde.

Prima considerazione: il mondo cambia e cambia molto velocemente.
Nonostante i colpi di coda del globalismo il nuovo mondo multipolare sembra avanzare.

I tentativi della borghesia illuminata bellicista di Bruxelles sembrano fallire di fronte a Trump e Putin.

Torniamo in Italia…

Finora la Meloni vince e stravince facile, perché la sinistra è debole e divisa.

Le sinistre fucsia e arcobaleno, oggi a favore della finanza e della guerra, hanno smarrito quello che Gramsci chiamava “connessione sentimentale con il popolo”.

Oggi è il populismo ad essere gramsciano…

Nemmeno la piazza per l’Europa ha dato respiro ai Dem “de noantri”.

Quelle bandiere “blu stellate” sono state una manovra del deep state, un’operazione di palazzo e di salotto.
Pagata e finanziata con i soldi dei contribuenti da sindaci faziosi e baroni sessantottini.

Il popolo lo ha capito.
Gli italiani odiano Bruxelles!
E quindi le sinistre…

La Meloni non deve però “tirare a campare…”

I problemi non sono pochi.

Interni, esterni ed internazionali.

Problemi interni: dirigenti di FdI che provocano scandali e alleati infidi non possono far dormire tranquilla Giorgia.

Il governo si muove su un terreno più accidentato di quanto non appaia a prima vista.

Sebbene la tenuta della maggioranza non sembri, almeno per ora, a rischio immediato, le difficoltà si moltiplicano, sia per gli scivoloni interni sia per le tensioni sempre più evidenti tra gli alleati.

Non facile la gestione di figure controverse all’interno del governo: dal sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, finito al centro di un caso giudiziario imbarazzante, dopo aver bocciato in un colloquio con Il Foglio la riforma Nordio, quindi sconfessando l’operato del suo stesso ministro, al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, le cui dichiarazioni spesso provocano più danni che benefici, fino alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, il cui ruolo è stato oscurato da vicende giudiziarie e giornalistiche che ne hanno minato la credibilità.

Così come non semplici sembrano i rapporti con le altre forze di governo.

Fratelli d’Italia è il partito di maggioranza relativa, ma Forza Italia e Lega non intendono restare a lungo nell’ombra: i segnali di insofferenza emergono sempre più chiaramente, soprattutto sulle questioni di politica estera, dove Matteo Salvini si smarca a più riprese dalla linea “mediana” della Meloni, cercando spazi di manovra per recuperare consenso tra gli elettori più scettici verso l’Europa e la Nato.
Diventando l’anima filo-russa del governo.

Inversa e opposta la posizione di Forza Italia, che invece spinge verso il PPE, l’Europa e l’opposizione a Mosca (Berlusconi viene tradito anche nella tomba!)

La situazione è resa ancora più complessa dalla presenza di Mario Draghi sulla scena politica.

Il suo intervento in Senato per illustrare un documento europeo è stato visto come una sorta di monito.

Una minaccia di “commissariamento” o un monito a tornare “a casa” per la Meloni?

Nel frattempo, lo scenario economico e sociale non aiuta: l’inflazione resta una minaccia, il Pnrr procede a rilento e il malcontento di alcune categorie cresce.
Di lavoro non se ne parla mai…

Per ora, Meloni tiene il timone con fermezza, forte di un’opposizione divisa e di un consenso personale ancora elevato, ma le nubi all’orizzonte si fanno sempre più scure e non è detto che basterà il caos del centrosinistra a garantire a lungo stabilità.

Il suggerimento che va dato alla premier è proprio quello di non vivacchiare e di non ragionare come i politicanti che preferivano tirare a campare pur di non tirare le cuoia.

La realtà è molto più complessa di quanto non appaia e di questo la Meloni si sta evidentemente accorgendo, se è vero che ha di fatto rinunciato, almeno per ora, a portare avanti riforme come il premierato, che potrebbero inimicarle pezzi importanti di establishment.

Senza contare le resistenze crescenti alla riforma della giustizia, che invece vede coinvolti con pari intensità e determinazione gli alleati leghisti e azzurri.

Neppure i dati macroeconomici possono indurre ad un ottimismo solido, se è vero che Banca d’Italia parla di debito pubblico in risalita e l’Istat certifica che la produzione industriale non sta affatto crescendo su base annua.

Tutte queste incognite impongono a Meloni di fare delle scelta che non ha ancora fatto e che però potrebbe essere decisiva per il suo futuro politico: in primis uscire dalla logica del cerchio magico e puntare ad allargare il suo entourage (ancora troppo ristretto) di collaboratori e persone fidate, includendovi anche figure di più alto profilo, meno targate ideologicamente e di maggiore esperienza politica, quindi in grado di rafforzare la sua squadra.

Poi deve decidere davvero se essere patriota e sovranista davvero.

E qui le questioni internazionali…

La Meloni deve decidere se stare con Trump o con Zelensky.
Con la pace o con la guerra.
Con l’Italia o con questa Europa.

Chiudiamo questa analisi con la fantapolitica accennata nel titolo… che poi non è così fantastica e sarebbe la salvezza per la nostra Patria.

La Meloni rompa con Forza Italia.
Dica un no secco e deciso alla guerra.
Esca dall’Unione Europea.

E costruisca un governo che punti alla sovranità e al multipolarismo.

E nomini titolare del Ministero del Lavoro Marco Rizzo.
Perché il multipolarismo ha bisogno anche di anima e cuore.

Perché il sovranismo o è popolare o non è!

Un’Italia sovrana senza Dsp sarebbe un’Italia falsamente sovranista e per nulla popolare.

Un sogno?
Forse.
Ma l’unica speranza di salvezza e rinascita della Patria!

2 risposte a “Un nuovo governo: Meloni Premier e Rizzo Ministro (del Lavoro). Con l’Italia fuori dall’U.E.”

  1. Avatar Alberico Colosimo

    Bisogna cercare un’unione con tutte le forze che s’oppongono a questa malapolitica dittatoriale liberticida e malvagia italiana ed europea. Facendo un movimento popolare nuovo facendosi sentire contro questa malapolitica ultra capitalista, non assecondarla fondendosi con loro… Se non distribuisce la ricchezza ingiustamente posseduta in maniera più che scandalosa da pochissimi a danno di tutta la comunità che questa ricchezza l’ha prodotta con sacrificio e duro lavoro, non ci potrà essere spazio per la democrazia, le istituzioni democratiche e tutti i servizi essenziali per il bene di tutti i cittadini…

    1. Avatar Paqo
      Paqo

      ITALIA fuori dall’Euro…ma coi BANCOMAT …chiusi…. come successe alla povera Grecia (….allora c’era il Draghi alla presidenza della BCE) nel 2015?

      Allora il popolo greco aveva a grande maggioranza nemmeno votato per la uscita dalla moneta unica , ma per una trattativa con la UE per ridefinire i contorni della sua permanenza nella eurolandia!

      Ovvio allora parlare di Fantapolitica !

      E come dimenticare la autoritaria defenestrazione del povero Savona da parte di MATTARELLA?

      Designato dai due partiti euroscettici di Salvini e Di Maio (era il 2018) stravincitori delle elezioni il Savona aveva col suo PIANO B letteralmente terrorizzato Bruxelles , che si stava preparando coi “Mercati” a raddrizzare la schiena alla Italia…

      Bello abbandonarsi ai sogni , e anche io indugio in questo ma la lotta è dura e SARA’ sempre piu dura

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