Un altro delirio vestito da “kit di sopravvivenza”

Un altro delirio vestito da “kit di sopravvivenza”

Nelle ultime ore è circolato un video che ha dell’incredibile.
La commissaria UE Hadja Lahbibha ha mostrato in pubblico uno “zainetto della sopravvivenza”, raccomandando ai cittadini europei di tenerne uno pronto.

Dentro: un coltellino svizzero, qualche torcia, una radio, contanti, caricabatterie per il cellulare.

Tutto con un tono apparentemente rassicurante, ma profondamente inquietante.

Come se stessimo entrando in una nuova era di emergenza, questa volta armata!

C’è davvero ancora qualcuno così folle da pensare che una guerra contro la Russia possa essere “vinta”?

Il solo pensiero dovrebbe gelare il sangue.
E invece, si banalizza.
Si semplifica.
Si confeziona la paura in uno zaino.
Ci sarebbe da ridere, se non fosse drammatico!

Se un cittadino comune oggi andasse in giro con un coltellino svizzero nello zaino, o con una busta di contanti, non verrebbe considerato “preparato”, ma potenzialmente sospetto.

Fermato, perquisito, interrogato.

Eppure, la rappresentante dell’Europa ci suggerisce di farlo come fosse la cosa più normale del mondo.

E ancora: viene raccomandato di portarsi dietro il cellulare… con tanto di caricabatterie.

Ora, a parte il fatto che i ripetitori telefonici funzionano con la corrente elettrica, qualcuno dovrebbe forse ricordare alla signora Lahbibha che, nel malaugurato caso di un’escalation reale con una potenza nucleare come la Russia, il primo attacco non sarebbe fatto con truppe o carri armati: sarebbe un impulso elettromagnetico (EMP), generato da una detonazione nucleare ad alta quota, in grado di spegnere per sempre ogni circuito elettrico.

Cellulare compreso.

Addio comunicazioni, automobili, computer. Saremmo al buio. Letteralmente.

A quel punto, un caricabatterie da muro ci servirebbe quanto una lavatrice in mezzo al deserto.

L’eterna farsa dell’emergenza…

Quello che colpisce davvero è la ripetizione del copione.

Nella “giostra” precedente — quella pandemica — il kit da tenere in casa era fatto di mascherine, varechina, termometri e saturimetri.

Ora, aggiornato alla stagione bellica, il pacchetto include torce e coltellini.

Sempre pronto, sempre emergenziale.
Sempre inutile.

Non c’è ancora un conflitto, ma già si prepara il terreno. Prima la paura, poi la narrazione dell’emergenza, poi le soluzioni preconfezionate. In mezzo, ovviamente, il cittadino disorientato da un bombardamento costante di messaggi contraddittori.
E se la popolazione non aderisce volontariamente, arriverà il solito ricatto morale: chi non partecipa è un traditore.

Chi dubita è un disertore.

Prima ti offrono i panini, poi ti impongono l’apartheid sociale.

Lo abbiamo già visto, in un altro contesto.

Ursula Von Der Leyen ha annunciato il nuovo piano “ReArm Europe”, un’iniziativa da 800 miliardi di euro, volta a potenziare l’industria della “difesa” europea e le capacità militari degli Stati membri.

Questo piano prevede prestiti per 150 miliardi di euro e mira a mobilitare capitali privati, consentendo agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa senza violare le regole sul deficit di bilancio.

Una storia già vista…

È la follia di una classe politica che si muove tra spot pubblicitari, propaganda da manuale e ignoranza tecnica.

La Von Der Leyen dovrebbe sapere — o almeno farsi spiegare da qualcuno — che una guerra nucleare non si “gestisce”. Non si può affrontare con uno zaino. In uno scenario reale, non ci sarebbero blackout temporanei, ma devastazione totale.
E chi sopravvive, non avrà bisogno di un caricabatterie, ma di una pala per seppellire i morti.

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