Intervista di Francesco Borgonovo a monsignor Carlo Maria Viganò.
Eccellenza, la prima domanda forse è la più difficile. Lei si ritiene ancora appartenente alla Chiesa cattolica?
Mi considero a pieno titolo membro della Chiesa Cattolica, come Vescovo e Successore degli Apostoli. È scismatico chi non riconosce l’Autorità del Romano Pontefice: io non sono mai venuto meno alla mia Professione di Fede Cattolica, men che meno per quanto attiene al Primato Petrino.
Sono stato condannato e dichiarato colpevole del delitto canonico di scisma e colpito dalla scomunica per un non-crimine da un tribunale illegittimo, su mandato di un papa illegittimo.
Ciò che io condanno del Concilio Vaticano II, lo hanno già condannato i Papi precedenti alla rivoluzione conciliare. L’usurpazione del Soglio da parte di Bergoglio che io ho denunciato, sarebbe considerata allo stesso modo da tutti loro. È la chiesa conciliare, oggi ribattezzata sinodale e bergogliana, che rifiuta il Magistero perenne dei Pontefici e si pone al di fuori della Chiesa Cattolica.
Abbiamo assistito a un regime change, preparato sin dal Vaticano II, mediante il quale colpire al cuore il Papato e quindi la costituzione divina della Chiesa che Cristo ha fondato su Pietro. È la Rivoluzione 2.0: dopo aver eliminato la figura del Re cattolico, la Massoneria doveva colpire la figura del Papa, Vicario di Cristo in terra. In entrambi i casi, il vero bersaglio di quest’odio satanico è sempre Nostro Signore, nella Sua duplice veste di Re delle Nazioni e Pontefice della Chiesa.
Con uno sguardo soprannaturale, possiamo comprendere quanto Satana goda nel vedere umiliata la Chiesa dai suoi stessi Ministri, nel far condannare i buoni Pastori per la colpa di non rinnegare la Fede Cattolica. Questa prova tremenda è preannunciata nelle Scritture: la Chiesa, Corpo Mistico, deve seguire il Suo Capo anche nella Passione, per poi come Lui trionfare sulla morte. La passio Ecclesiæ consiste nell’affrontare come corpo ecclesiale le ingiustizie, le calunnie, i processi-farsa, i tormenti e una condanna ignominiosa, da parte di un nuovo Sinedrio altrettanto corrotto, infedele e illegittimo di quello che condannò Nostro Signore. Ma la Croce è la via regale per la gloria della Resurrezione, e questa è una realtà ontologica che nessuna ideologia può minimamente scalfire.
Che cosa si aspetta da questo conclave?
La Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che regola il Conclave, confermata dal Motu Proprio di Benedetto XVI Normas nonnullas, stabilisce in modo perentorio che il numero dei Cardinali elettori non deve superare le 120 unità, mentre i Cardinali elettori che compongono l’imminente Conclave sono 136: siamo quindi di fronte ad una gravissima violazione che da sola basterebbe ad inficiare la legittimità del Conclave.
Inoltre, un Collegio Cardinalizio composto da 108 “cardinali” creati da un Gesuita che ha usurpato il Papato per dodici anni non può eleggere validamente un Papa legittimo. Potrà al massimo designare un proprio rappresentante, che rinnovi l’usurpazione del predecessore appena defunto, e vedere ratificata la frode da un episcopato complice o pavido.
L’esperimento bergogliano ha reso però evidente la spaccatura che separa i fedeli e tanti buoni sacerdoti dalla Gerarchia, una spaccatura speculare a quella esistente in ambito civile tra i cittadini e i loro governanti. In entrambi i casi, l’autorità si è mostrata nella sua vera indole autoreferenziale e tirannica, e questo porterà forse ad un rallentamento della corsa verso il baratro, con l’elezione di un papa moderatamente conservatore. Si tratterà quindi di somministrare una cura palliativa per contenere gli effetti devastanti della malattia che colpisce la Chiesa Cattolica, più che di una terapia radicale che ne rimuova le cause.
Qual è il profilo del suo Pontefice ideale, se possiamo fare questo esercizio di immaginazione?
Quello di Pio XII, il Papa della mia infanzia. Quello di un Papa che sappia risollevare e dare uno slancio soprannaturale ad un popolo prostrato non più dalle distruzioni materiali della Seconda Guerra Mondiale, ma da quelle morali dell’ideologia woke e del nichilismo edonista, dalle rovine della cultura infernale del globalismo. Un Papa nelle cui parole le pecore riconoscano la voce del divino Pastore, nei cui gesti vedano Cristo Pontefice, dalla cui dignità e sacralità siano edificati. Un Papa che restituisca alla Chiesa Cattolica l’onore cui essa ha diritto, e che Bergoglio ha sistematicamente umiliato e deliberatamente screditato. Vorrei un Papa che unisca l’integrale proclamazione delle Verità cattoliche con lo zelo per la salvezza delle anime. Un Papa che parli da Papa, che agisca da Papa, che si vesta da Papa. Un Papa che sia Papa, senza invenzioni, senza innovazioni, senza demagogismi e false umiltà. Un Papa che si lasci guidare dallo Spirito Santo e torni alla Tradizione, e non un fantoccio del World Economic Forum in cerca dell’approvazione del mondo.
L’ex cardinale McCarrick contro cui Lei si era molto battuto è morto. Ci sono tuttavia altri Cardinali appartenenti a “correnti” che Lei ha attaccato. Lei considera persa la sua battaglia dentro la Chiesa?
La mia battaglia contro la corruzione dilagante in Vaticano è iniziata ben prima del 2018. Fin dalla mia nomina nel 1998 come Delegato per le Rappresentanze Pontificie in Segreteria di Stato, ho lottato strenuamente per impedire nomine e promozioni all’episcopato di canditati corrotti e indegni. Questo mi valse il trasferimento al Governatorato, dove fronteggiai gravissime disfunzioni finanziarie: ancora una volta fui rimosso e traferito a Washington.
Le mie denunce, compresa quella dei crimini e degli orribili vizi del Card. Mc Carrick – che avevo anticipato ai Superiori della Segreteria di Stato sin dal 2006 e successivamente, di persona, allo stesso Bergoglio nel giugno del 2013 – non sono mai stata smentite. Tutto ciò che ho denunciato si è rivelato vero.
Ma cos’è che ha scatenato la loro furia? È il fatto di aver portato alla luce il legame tra corruzione morale e deviazione dottrinale; di aver mostrato come la propaganda di Bergoglio in favore della frode psicopandemica e del green deal rispondesse ad un unico copione sotto un’unica regia. Sono stato tra i primi a denunciare il Great Reset e a smascherare le complicità tra deep state e deep church nel golpe globalista cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, e nel quale la responsabilità di Bergoglio è immane.
Insieme agli scandali che denunciavo, ho mostrato la rete di ricatti e di complicità di questa “chiesa parallela” che chiamo appunto deep church, basati sugli stessi turpi vizi che permettono al deep state di ricattare politici, funzionari governativi, personaggi istituzionali, personalità pubbliche, giornalisti, medici, attori…
Ne è seguita una persecuzione nei miei riguardi, fino alla scomunica, pronunciata da un eretico pornografo, Tucho Fernández, nominato da Bergoglio per demolire l’ex Sant’Uffizio.
La filiera McCarrick – con i cardinali Farrell, Cupich, McElroy, Wuerl, Gregory, Tobin e tanti altri – è stata promossa a posti chiave in Vaticano e ai vertici della Chiesa cattolica americana, che mantiene rapporti strettissimi con il Partito Democratico, del quale sostengono le politiche woke e immigrazioniste che il Presidente Trump cerca di contrastare. I miliardi di dollari dei contribuenti americani con cui USAID ha finanziato la costellazione di enti no-profit “cattolici” per alimentare il business dell’immigrazione illegale, sono la prova della dipendenza finanziaria della Chiesa americana al deep state.
Con la Sede Vacante il potere è ora nelle mani di due personaggi corrottissimi: il Sostituto della Segreteria di Stato Edgard Peña Parra – di cui ho abbondantemente denunciato i crimini – e il Cardinale Camerlengo Kevin Farrell.
Quest’ultimo proviene dai Legionari di Cristo, la congregazione religiosa che fu al centro di un gravissimo scandalo legato agli abusi sessuali e ai crimini del suo fondatore, Padre Marcial Maciel. Farrell era incaricato della gestione delle sue enormi risorse finanziarie, e naturalmente non si accorse delle aberranti deviazioni di Maciel… Anche per questo preferì occultare questa parte oscura del suo curriculum con i Legionari di Cristo, e proprio per questi suoi “meriti” e per la sua contiguità con Maciel, Farrell fu scelto da McCarrick come suo stretto collaboratore. Ne fece il proprio Ausiliare a Washington dove visse per sei anni nel medesimo appartamento dell’allora Arcivescovo. Anche allora non si accorse di nulla… McCarrick gli affidò la gestione finanziaria della Papal Foundation fondata proprio 1988, quando il Vaticano usciva con le ossa rotte dal caso Marcinkus e dallo scandalo del Banco Ambrosiano. Dopo solo due anni, nel 1990, la Papal Foundation raccoglieva 215 milioni di dollari: una cifra ragguardevole per i disastrati conti della Santa Sede, per comprare silenzi e sollecitare promozioni. Questa capacità di fund raising di McCarrick gli valse l’intoccabilità da parte del Vaticano, sin dai tempi di Giovanni Paolo II. Nel 2007 Farrell è promosso alla Sede di Dallas; nel 2016 è trasferito a Roma, come Prefetto del super-dicastero per i laici, la famiglia e la vita; nel 2019 è nominato Camerlengo di Santa Romana Chiesa, nonostante la sua notoria dipendenza dall’alcool. Farrell conosce tutti i complici dei crimini di McCarrick e può manovrare il Conclave mediante ricatti o promesse. La sua assoluta indegnità e lo scandalo che costui rappresenta – soprattutto per le vittime di McCarrick e per i Cattolici americani – devono essere denunciati così da indurlo a rinunciare alle sue prerogative di Camerlengo e di membro elettore del Conclave, seguendo l’esempio del Cardinale di Edimburgo, Keith O’Brien, che dopo la denuncia della sua indegnità si ritirò spontaneamente dal Conclave del 2013.
C’è chi sostiene che Bergoglio in realtà, al di là delle dichiarazioni sui media, non abbia cambiato in profondità la dottrina. Che ne pensa?
La sovraesposizione mediatica di Bergoglio ha reso sin troppo esplicita la duplicità del Gesuita Argentino, direi la sua strategia dell’inganno. Nessuno sapeva mai cosa passasse per la sua testa, né se quello che diceva corrispondesse a ciò che realmente pensava. Bergoglio si è sempre servito delle persone, senza alcuno scrupolo morale, promuovendo i corrotti e togliendo di mezzo quelli che lo intralciavano nei suoi intenti, infierendo con inaudita cattiveria contro coloro che non erano di suo gradimento (penso qui ad un eccellente dipendente del Governatorato, Eugenio Hasler, figlio dell’ex Maggiore della Guardia Svizzera, distrutto da Bergoglio nel 2017).
Bergoglio non aveva bisogno cambiare la dottrina: è riuscito a renderla irrilevante e trascurabile, rispetto ad una inclusività liquida senza dogmi e senza ideali. Non ha mai voluto agire da Papa, ma ha fatto sì che dopo di lui nessun Papa potesse ottenere dai Cattolici quell’obbedienza che egli ha reso odiosa, perché estorta per assecondare eresie e deviazioni morali.
Ha fatto il possibile perché nessun Papa che uscirà dal prossimo Conclave possa mettere in discussione il suo papato, che egli ha voluto connotare come intrinsecamente suo, di sua proprietà, di sua invenzione, con suoi riti, sue cerimonie, sue vesti, suoi dignitari. Ma questo dimostra che il “papato” assunto da Bergoglio nel 2013 non era il Papato Romano, e che quindi non fu vero Papa.
Da quando lei è stato scomunicato ha avuto contatti con altri cardinali o alti esponenti delle gerarchie vaticane? Pensa che le sue posizioni siano più condivise di quanto non sembri?
Ho potuto apprezzare la vicinanza spirituale e l’appoggio morale di moltissimi fedeli da tutto il mondo e di molti sacerdoti, di nessun cardinale e solo la simpatia di qualche vescovo.
Non credo che tra i miei Confratelli nell’Episcopato vi sia nessuno che abbia il coraggio di affermare chiaramente che il Concilio Vaticano II è stato un atto eversivo compiuto da emissari della Massoneria infiltrati nella Chiesa, allo scopo di distruggerla dall’interno e asservirla ai piani del Nuovo Ordine Mondiale. Non credo neppure che quanti sono al corrente della frode di Bergoglio vogliano compromettere la propria posizione mettendo in discussione la sua legittimità come Papa.
Esiste una possibilità di qualche tipo di riavvicinamento al Vaticano da parte sua?
Non me ne sono mai allontanato, così come non mi sono mai separato dalla Chiesa Cattolica. Il giorno stesso del compimento del mio settantacinquesimo anno, ancora a Washington come Nunzio Apostolico, Bergoglio ordinò la mia cacciata dall’appartamento in Vaticano, che Giovanni Paolo II aveva disposto che ne beneficiassi vita natural durante, come pure la mia esclusione dalla “Casa San Benedetto” in Roma destinata all’accoglienza dei Nunzi in pensione. Non pago di avermi inflitto la scomunica, Bergoglio mi ha revocato la cittadinanza e il passaporto vaticano, la patente di guida e con essa la possibilità di muovermi autonomamente. Non me ne sono andato mea sponte, ma riconosco che questo ostracismo forzato mi ha permesso di parlare e agire liberamente, cosa che non a tutti è possibile. Punendomi in questo modo, Bergoglio ha inoltre dato un segnale agli altri funzionari di Curia, sulla sorte che attende chi osa criticare il Lìder Maximo. In più occasioni ho potuto raccogliere attestazioni di apprezzamento e rispetto dai miei ex-collaboratori laici; e lo stesso Segretario di Stato Pietro Parolin non ha potuto fare a meno di elogiarmi per la mia esemplarità nel servizio alla Santa Sede. Pur aggiungendo di “non comprendere che cosa mi sia poi successo”…
- Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
29 aprile 2025
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