Invalidità Permanente da Siero

Invalidità Permanente da Siero

Un’altra Storia Terribile: Chi ne Renderà Conto?

Ingrid Busonera

Non sono pazza.
Sono stata danneggiata.
E ora ho un verbale ufficiale dell’INPS che lo certifica.

Dopo quattro anni di lotta contro il silenzio, la negazione, l’umiliazione e l’isolamento, finalmente ho in mano un documento che parla chiaro: “Sindrome infiammatoria sistemica post-vaccinale”, con invalidità permanente riconosciuta all’80% e mobilità ridotta.

Lo Stato ha messo nero su bianco ciò che io e tanti altri sappiamo da anni: i vaccini anti-Covid non sono stati sicuri per tutti.

Alcuni di noi sono stati colpiti duramente. Alcuni di noi non sono più tornati quelli di prima.

Non è facile scrivere queste parole.
Non lo è mai stato.
Ma oggi lo faccio come atto di rivalsa verso tutti quelli che in questi anni mi hanno guardata con sospetto, come se fossi una visionaria, un’isterica, una malata immaginaria.

A chi mi ha detto che era ansia.
Che era psicosomatica.
Che era depressione.
Che dovevo solo uscire, camminare, pensare positivo.

A chi ha voltato le spalle mentre io crollavo sotto il peso di un corpo che non rispondeva più.
A chi ha minimizzato, ridicolizzato, ignorato.
A chi ha usato la parola “no-vax” per zittire ogni dubbio legittimo, ogni dolore reale.

Io non sono una no-vax.
Magari lo fossi stata!

Io sono una persona danneggiata.
Danneggiata da uno Stato che ha imposto, obbligato, promesso sicurezza e taciuto gli effetti avversi.

Ho combattuto ogni giorno con dolori atroci, infiammazioni continue, pericarditi, encefalopatie, neuropatie, POTS, stanchezza cronica devastante, infezioni ricorrenti, farmaci su farmaci.

La mia vita, il mio corpo, il mio futuro: tutto è stato stravolto.
Eppure mi è stato chiesto di tacere.
Di non disturbare.
Di non “fare allarmismo”.

Ma io non tacerò.
Finché avrò voce e forza, continuerò a denunciare ciò che è successo.
A me e a migliaia di persone come me.

Questo verbale INPS non è solo una diagnosi: è una prova, una conferma, una vittoria morale in una battaglia che non avrei mai voluto combattere.

È anche un segno per chi ancora soffre nell’ombra, non creduto, non ascoltato.
Non siete soli.

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