Correva l’anno 1975 e Antonello Venditti in quel testo oramai cult “Compagno di scuola” cantava “avanti! tutti al bar… Dove Nietsche e Marx si davano la mano…”
Erano gli anni di piombo…
Il regime si rafforzava giuocando sugli opposti estremismi.
I giovani italiani erano ancora dentro una guerra civile che tardava a terminare…
Una guerra civile che avvelenava e uccideva migliaia di connazionali…
Dove servizi nazionali ed internazionali tenevano l’Italia sotto scacco e facevano la guerra a chi provava a difendere la sovranità e l’indipendenza italiana.
A 50 anni da quella terribile stagione… ad 80 anni dalla fine della guerra… ci chiediamo se è davvero possibile far stringere la mano a Nietzsche e Marx?
Forse non sono Friedrich e Karl… i nostri punti di riferimento ideale, ma partendo da Venditti e arrivando al mitico Giovannino Guareschi, che ci ha dato spunto qualche anno fa di stilare la pace tra Don Camillo e Peppone… è da ritenrsi giusto, onesto e doveroso far “stringere la mano” anche a… Gramsci e Mussolini.
Nella lotta per la libertà e la liberazione contro il globalismo ed il dominio liberale “destre e sinistre” sono categorie da combattere.
La guerra orizzontale è superata e spazzate via dalla storia.
Il presente ed il futuro necessitano nuove impostazioni metodologiche e nuovi approdi culturali.
Oltre che una precisa teoria politica.
Oggi c’è una nuova e diversa lotta di classe…
Forse anche più feroce… quella tra dominanti e dominanti… tra l’alto (ovvero l’élite finanziaria e capitalista) e il basso (i popoli).
In questa disarticolazione del globalismo avanza una nuova internazionale… di Patrioti e Sovranisti che in ogni parte del mondo innalzano le bandiere nazionali contro il globalismo.
In questi giorni in Italia è andato in scena il circo del 25 aprile… con botte tra filo palestinesi e filo israeliani… tra chi sventolava le bandiere di Bruxelles e dell’Ucraina e chi le bruciava… tra bandiere rosse e bandiere fucsia e arcobaleno…
Noi preferiamo andare oltre gli schematismi obsoleti che ci sono riproposti con una diversa prospettiva scenica…
Vogliamo essere chiari?
Il 25 aprile non è la festa degli italiani.
Infatti ormai le piazze sono vuote ed il dibattito è solamente istituzionale e tra sempre più minoranze di minorati.
Ormai, per dirla alla Gramsci, non esiste più nessuna connessione sentimentale tra questa data e il popolo.
Appare per davvero ‘ridicolo’ festeggiare una sconfitta militare e l’occupazione del suolo patrio da parte degli anglo-americani.
Siamo una nazione senza sovranità.
Strozzati dall’Unione europea e a rischio terza guerra mondiale a causa delle follie globaliste.
Non c’è mai stato nulla da festeggiare in questa finta liberazione impostaci!
E se dobbiamo onorare delle date… allora vogliamo ricordare due giganti della storia italiana: Antonio Gramsci, morto il 27 aprile e Benito Mussolini, morto il 28 aprile.
La storia li ha messi l’uno contro l’altro… ma entrambi sono la storia dell’Italia e del popolo italiano.
Come non ripartire dalle idee di popolo e nazione di Gramsci?
Come non ripartire dalla sua battaglia culturale?
Gramsci ancora oggi è alla base di ogni teoria autenticamente rivoluzionaria.
Allo stesso modo…
Come non ricordare Mussolini e soprattutto del suo ultimo ordine: ritornare alla “Casa Madre!”.
Questa non è una “esotica ed originale” tesi di Noi sovranisti popolari, un tempo autodefinitici “socialisti tricolori”… ma è storia vera… seppur poco conosciuta…
Quando Bettino Craxi ebbe a progettare – pur senza aver avuto il tempo per realizzarlo – un “socialismo tricolore” (cit. Giano Accame) si rivolse al capogruppo e decano al senato del Movimento Sociale Italiano (MSI) – Araldo di Crollalanza – che per disciplina si mise a disposizione in ossequio a un ordine di Mussolini consegnatogli 40 anni prima: tornate “alla casa madre”… se il socialismo saprà essere nazionale.
Quando Formica iniziò il colloquio con il senatore missino era inizialmente preoccupato e poco fiducioso dell’esito positivo.
Invece Araldo di Crollalanza rispose con un secco: “Sto solo eseguendo l’ultimo ordine di Mussolini. Che ci ordinò di tornare tutti nel Partito Socialista!”
Purtroppo il neofascismo e il postfascismo non raccolsero mai quel messaggio.
Anzi, lo tradirono, preferendo sempre l’atlantismo e l’anticomunismo.
Ma anche questa è storia obliata…
Oggi è tempo del Sovranismo Popolare.
È tempo di mettere nel Pantheon Nazionale sia Gramsci che Mussolini.
Così come in Russia si innalzano statue degli Zar e di Stalin… e bandiere “giallonerebianche” e rosse con la falce e martello vengono issate intorno al tricolore russo.
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