Tutti parlano di crisi, di stipendi bassi, di bollette alle stelle.
I social media sono inondati di lamenti sulla situazione economica.
“Non si arriva a fine mese”, è il mantra quotidiano.
Eppure…
Fate un giro in città il sabato sera.
I ristoranti traboccano di gente, con liste d’attesa di settimane.
I locali sono pieni fino all’ultima sedia.
I centri commerciali pullulano di famiglie con carrelli colmi.
Guardate gli adolescenti: smartphone ultimo modello da 1000€, scarpe firmate da 400€, vestiti di marca.
“È per i nostri figli”, dicono i genitori, “non vogliamo fargli mancare nulla”.
Ma a quale prezzo?
Rate, prestiti, carte di credito al limite.
In estate le spiagge sono un tappeto umano. Ombrelloni prenotati a peso d’oro, stabilimenti balneari sold out.
“La vacanza è sacra”, si giustificano, anche se significa indebitarsi per i prossimi sei mesi.
Ci si lamenta di essere poveri ma si vive al di sopra delle proprie possibilità.
Sì preferisce l’apparenza alla sostanza.
Si accumulano debiti per mantenere uno stile di vita che non ci si può permettere.
Masse che non sanno distinguere da necessità e capricci, triturate quotidianamente dai media e dell’apparire, non possono che fare germogliare sempre più l’agenda 2030 quella del “non avrai nulla e sarai felice”, in cui tutti si indebitano e si ingozzano di psicofarmaci tra un Instagram e un Tik Tok.
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