Sono passati 80 anni dalla fine di una delle pagine più buie del nostro bel paese, caratterizzata dalla guerra e dalla violenza.
Erano gli ultimi giorni di un conflitto mondiale che tanti, troppi, morti aveva portato.
Ad oggi, consegnando quel periodo al giudizio della storia, possiamo farne un bilancio politico:
Ci siamo realmente liberati?
La domanda, provocatoriamente, dovrebbe portarci a fare una riflessione seria sullo stato del nostro paese e sulle rivendicazioni vuote di questa giornata.
Perché se il nemico oggi, altro non è che la violenza sistemica di un modello economico e sociale neo-liberista e totalitario nel suo insieme, significa che questa giornata viene strumentalizzata proprio da chi sostiene questo sistema.
E questo nemico ha un nome: Globalismo.
Oggi ci parlano di liberazione e democrazia tutti quelli che sostengono l’Unione Europea, il riarmo, la guerra totale contro la Russia;
Chi censura sui media le posizioni considerate “scomode”, chi oggi appoggia le multinazionali a discapito del lavoro, chi ha inquinato la nostra società chiamandolo ‘progresso’.
LORO oggi ci parlano di libertà. Non accettiamo lezioni.
L’Italia resta occupata da quelle forze globaliste che siedono a Bruxelles, nel cuore dell’Unione Europea.
Spezziamo le catene di Bruxelles. Liberiamoci dal Globalismo e dal suo odio nei confronti dei popoli.
Rilanciamo un’Italia che torni potenza.
Questa è la nostra liberazione.
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