Daniele Morelli e Giacomo Lo Verde
Una data che in Italia continua ancora ad essere discussa, tra le manifestazioni di finti ribelli di collettivi asserviti al potere e le ossessioni antifasciste di partiti che siedono in parlamento da decenni, ad oggi sembra che ancora non ci sia la voglia di capire quale sia stato il vero danno alla nostra nazione.
L’Italia è occupata da forze imperial-globaliste.
Hanno sradicato o inquinato ogni aspetto del nostro essere, hanno acquisito ogni nostro settore strategico (svenduto loro dai pupazzi nei palazzi del potere), ci hanno imposto attraverso i mezzi di comunicazione e le mode il loro modus vivendi e cogitandi (ammesso che si possa parlare di “vita” e “pensiero” in questo caso).
Vengono alla mente le parole di Antoine de SaintExupéry nel suo “Cittadella”:
“Tu chiamavi libertà questo potere che hai di demolire il tuo tempio, di scompigliare le parole del poema della vita. Libertà di fare il deserto. E ora dove ti trovi? Chiami libertà il diritto di vagare nel vuoto?”
Questa è la “libertà” che dal quel 25 aprile del 1945 ci viene quotidianamente iniettata come il peggior siero: una prigione, ancora più terribile poiché senza sbarre (e per alcuni dissidenti anche con quelle), una prigione in cui le voci del popolo cercano di essere soffocate e il suo diritto sacro alla patria completamente annichilito.
Questa realtà si fa ancora più evidente in una giornata come questa, che ormai non simboleggia nient’altro che una sconfitta in guerra, se non per chi continua a voltare lo sguardo da un’altra parte, ignorando la drammaticità del presente.
Questo è quel che rimane di questa data in cui non c’è effettivamente nulla da festeggiare.
A tutto ciò si aggiungono spettacoli indegni nelle piazze italiane in cui si vedono sventolare bandiere dello stato terrorista d’Israele e bandiere palestinesi che fanno accapponare la pelle a chi palestinese lo è davvero e sa che la sua lotta per la sovranità e l’indipendenza del suo popolo (proprio come la nostra) niente ha a che spartire con questa data.
Se il 25 Aprile è dunque il giorno della “falsa liberazione”, Noi, uomini e donne sovranisti popolari sappiamo che qualcosa da cui liberarci realmente e con tutti gli sforzi possibili c’è.
Bruxelles e guerra.
Questo è il binomio contro cui dobbiamo combattere con tutti i mezzi possibili.
Il primo ci costringe ad un futuro di autodistruzione e totale annullamento dei nostri interessi nazionali, il secondo è quanto di più tragico l’avvenire ci possa presentare e grazie al quale vengono adottate tutte le misure per disgregare quel già depravato stato sociale fondamentale per la rinascita dell’Italia e del suo popolo.
Tutto per l’Italia e per la sua gente.
Tutto per il Sovranismo Popolare.
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